Heart Rate Variability

Heart Rate Variability: efficente e affidabile

Ogni individuo si trova quotidianamente a dover fronteggiare diversi stimoli fisiologici ed ambientali , che sottopongono il proprio organismo ad un perenne sforzo di adattamento. Il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) assume un ruolo fondamentale in questo frangente, poiché pone in evidenza la capacità di adattarsi ed adeguarsi della persona: agisce, infatti, regolando tutti i processi fisiologici, tanto in condizioni normali quanto patologiche, attraverso l’alternanza di azioni eccitatorie ed inibitorie.

Vista l’importanza dell’SNA, con il fine di valutare lo stato di salute psico-fisica di un individuo, si è deciso di affidarsi sempre più ad una promettente e non invasiva tecnica di valutazione delle funzioni simpatiche e parasimpatiche del sistema nervoso autonomo. Questa tecnica è l’Heart Rate Variability (HRV), che è in grado di acquisire ed elaborare i dati del paziente, relativi al suo stato di salute, in modo semplice, veloce e non invasivo e che è caratterizzata inoltre da un’importante versatilità di utilizzo grazie alla possibilità di applicarla in diversi ambiti clinici.

La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente

Albert Einstein

Heart Rate Variability in ambito cardiologico

Storicamente, il suo interesse clinico emerse nel 1965 quando Hon e Lee rilevarono la presenza di alterazioni negli intervalli R-R del segnale elettrocardiografico registrato per monitorare la sofferenza fetale. Successivamente nel 1977 l’HRV prese piede in ambito cardiologico dimostrandosi un indice attendibile di rischio di mortalità in pazienti che avevano subito un infarto acuto del miocardio.

In particolare la variabilità della frequenza cardiaca è fisiologica ed indica il grado di adattabilità psico-fisica dell’individuo in risposta ai diversi fattori endogeni ed esogeni. Un’alta variabilità del ritmo cardiaco è infatti un segnale indiretto del buon grado di adattamento agli stimoli interni ed esterni e caratterizza un individuo sano con efficienti meccanismi di regolazione del sistema nervoso autonomo. Al contrario, una bassa variabilità del ritmo cardiaco è spesso indice di anormale e insufficiente adattamento ai fattori esterni con conseguente ridotta funzionalità fisiologica del paziente. Analizzando il risultato di un’analisi di HRV, inoltre, si è in grado di determinare la prevalenza dell’attività simpatica o parasimpatica e quanto, in una situazione di squilibrio, l’attività di uno di questi due sistemi nervosi prevalga sull’altra.

Negli anni, oltre ad assistere ad un aumento delle applicazioni di tale tecnica nel campo cardiologico, si è passati a dimostrare la sua efficacia e attendibilità anche in altri ambiti applicativi, tra i quali psicologia, psichiatria, psicoterapia e, ultimo cronologicamente, medicina dello sport e benessere con la diffusione di tecniche di misurazione sempre più semplici e alla portata di tutti, fino ad arrivare alla recente integrazione in numerosi smartphone.

Armonia, equilibrio
energia e cura di sé

Stress e disturbi correlati

Il concetto di “stress” è molto conosciuto dato il sempre maggior numero di persone che devono confrontarcisi ogni giorno. Oggi, questo concetto è stato ampiamente studiato e sono stati individuati due tipi di stress, uno positivo ed uno negativo.

In particolare, possiamo definire:

  • Eustress (eu-: dal greco buono, bello)
    situazione in cui i fattori stressogeni che agiscono sulla persona rientrano in un limite tollerabile dalla stessa, dando luogo ad una reazione armoniosa.

  • Distress (dis-: dal greco cattivo, morboso)
    situazione in cui i fattori stressogeni che agiscono sulla persona superano i limiti di tollerabilità della stessa, dando luogo ad una reazione distruttiva.

Al giorno d’oggi, si può affermare che chiunque è sottoposto allo stress e che è normale sentirsi “stressati” in alcuni momenti. Comunque se questo fenomeno perdura nel tempo, può diventare pericoloso oltre che essere spiacevole.

Infatti il nostro corpo è in grado di cogliere tutti i cambiamenti, che avvengono al suo interno, e invia segnali continui relativi all’accumulo di tensioni a cui è sottoposto. Solitamente questi segnali vengono ripetutamente ignorati e portano all’emergere di diverse patologie.

La letteratura medico scientifica individua un’ampia correlazione tra lo stress e diverse patologie. Per esempio, uno studio condotto dal Dipartimento di Studi Clinici dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con AISIC, l’Associazione Italiana dello Stress e dell’Invecchiamento Cellulare, ha concluso che il 70% degli italiani muore per patologie stress-correlate.

Infatti lo stress cronico è uno dei fattori principalialla base delle patologie più diffusenei Paesi industrializzati, come patologie cardiovascolari, malattie croniche dell’apparato polmonare, problemi intestinali ed addirittura tumori, che insieme rappresentano più del 70% delle cause di mortalità nel nostro Paese.

Lo stress è causato da molteplici e diversi fattori come: l’ambiente in cui si vive, lo stile di vita, l’insicurezza, la violenza, l’incertezza verso il futuro, ma anche il fumo, l’alcol, la sedentarietà, l’abuso di sostanze stupefacenti o un’alimentazione scorretta.

Per queste ragioni è importante essere consapevoli dell’esistenza di patologie stress correlate e dei meccanismi alla base dello stress, Inoltre è importante gestire lo stress, mangiando sano, svolgendo attività fisica, lavorando sulla respirazione, dormendo abbastanza e lavorando sul proprio atteggiamento mentale ogni giorno.

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